I’M SORRY (2010)

La video installazione autobiografica dal titolo I’M SORRY è stata realizzata In un particolare e doloroso momento della vita dell’artista che ha trovato un rapporto unico con il Sud Africa.  La relazione che si è instaurata con gli spazi, i
luoghi e il mondo esterno, viene qui rappresentata attraverso una prospettiva che
segna un al di qua e un al di là dello sguardo. Del sé.Dal punto di vista intimo, rappresenta
una sorta di proiezione che traduce visivamente il concetto di errore come parte
integrante della vita; simboleggiando esteticamente questo concetto, nel video, sono state mantenute le imperfezioni e le distorsioni di esposizione proprie di una ripresa
“in diretta” della realtà circostante.
Nel video l’artista appare distaccata dalla realtà negando la propria presenza fisica, seppure partecipi allo sviluppo narrativo esternando attraverso la voce ogni timbro
emotivo e sfumatura emozionale. La questione principale sembra riassumersi in questa
domanda: dopo aver perso l’orientamento, qual’è il punto, il momento in cui si ritorna al sé?
Il video richiama al concetto di Punto Omega, un termine coniato dal gesuita francese Pierre Teilhard de Chardin (1881 – 1955) per descrivere un livello massimo di complessità e
di coscienza verso il quale l’universo sembra evolvere. L’installazione video è stata concepita come site specific per essere proiettata in un luogo di raccoglimento spirituale come quello del convento dei frati Gesuiti che si trova nel centro di Lucca.

This is the autobiographical tryptic video installation: I’m Sorry.
Disoriented and lost in life, Rossi found abunique relationship with South Africa. Her
relationship to the spaces, places and the world going outside beyond the lens has a
par t icular perspect ive. She seems apprehensive, struggling with the hugeness of
the environment. From an intimate viewpoint, she projects how life is full of mistakes;
aestheticized, the film is also full of imperfections and exposure distortions. In the
film she seems detached from the world, yet she calls out and reaches every emotional
timbre she can find in herself. At what point do you return to yourself, being the begging
question. The video installation was made to be projected into site-specific spiritual location like that of the convent of Jesuit monks found in the centre of Lucca, but for the duration of this exhibition it shall be projected in the gallery. The film resonates with the Omega Point, a term coined by the French Jesuit Pierre Teilhard de Chardin (1881 – 1955) to describe a maximum level of complexity and consciousness towards which the universe appears to be evolving.